Sono arrivato in Italia a 27 anni, ero già grande, venivo da una cultura diversa, un’altra poesia e le porto nei miei lavori
Milad è nato a Teheran, in Iran, nel 1983. Parla “un brutto italiano”, l’inglese e il persiano, sua lingua madre. Abita a Torino fin dal suo arrivo in Italia, 11 anni fa.
A 18 anni, potendo scegliere, Milad ha preferito l’Università al servizio militare.
Superato il difficile esame di ammissione, si è iscritto al corso di laurea in Ingegneria Mineraria presso l’Università Azad, con l’obiettivo di rimanere a Teheran e continuare a svolgere lì anche la sua attività di musicista. Conseguita la laurea, ha però lasciato l’Iran e si è trasferito in Italia, dopo aver cercato per alcuni mesi di imparare la nostra lingua guardando film e leggendo libri.
Arrivato a Torino, Milad ha cambiato ambito scientifico e si è iscritto al Dams, indirizzo Cinema, nel tentativo di realizzare un altro suo sogno; sin da piccolo, infatti, era appassionato di cinema (grazie all’influenza del padre, con il quale aveva guardato film di grandi registi come Fellini, Visconti, Antonioni, etc.). In meno di un anno ha avuto l’opportunità di girare il suo primo cortometraggio, grazie a una telecamera per le riprese fornitagli dall’Università di Torino e grazie al supporto del Prof. Alonge.
Questo suo primo lavoro racconta la storia di un ragazzo desideroso di girare un film, il quale, non possedendo una telecamera, decide di rubarla alla biblioteca universitaria, ma nel farlo uccide involontariamente il custode. Un lavoro semiautobiografico, la cui costruzione è durata molto e che ha fatto scoprire all’autore: “la magia di tutta questa grande bugia che è il cinema (…) mi piace molto la capacità del cinema di costruire una verità attraverso tante piccole bugie tecniche”.
In via eccezionale, Milad ha quindi concluso il percorso triennale senza scrivere una tesi, ma producendo un video-saggio di trenta minuti su Martin Scorsese e il suo “The Wolf of Wall Street”; “era la prima volta che uno studente presentava una tesi in questo format particolare”. La sua clip, caricata su Vimeo, è stata vista da 50 mila persone, con sua grande soddisfazione! Il percorso universitario è stato poi coronato dal conseguimento della laurea magistrale in Cinema e Media.
L’attività da regista (che lo vede autore di cortometraggi, documentari per il cinema, un paio di progetti di realtà virtuale, qualche video-saggio) non ha orari in quanto la creazione richiede dedizione completa; tutti i progetti vanno inoltre seguiti in ogni fase e dettaglio. Al momento è impegnato nella preparazione di un lungometraggio al quale si dedica dal 2018. Si ispira all’esempio di grandi maestri come Scorsese, Fellini, Schroeter, Kazan.
“Il regista è un pazzo che ha desiderio di raccontare ed esprimere qualcosa per cui scrive un soggetto e una sceneggiatura e poi cerca produttori e collaboratori per poter realizzare l’idea”.
A prescindere dalla qualità delle sue produzioni, Milad ritiene che il suo contributo scientifico-culturale sia il fatto che i suoi lavori siano sviluppati qui, in Italia.
Spesso nei suoi progetti ha affrontato il tema dell’immigrazione perché ritiene sia importante che persone come lui, con cultura e formazione differente, possano esprimere se stessi, presentando punti di vista differenti.
“Sono arrivato in Italia a 27 anni, ero già grande, venivo da una cultura diversa, un’altra poesia e le porto nei miei lavori”.
In Iran non si occupava di cinema, non avrebbe avuto la tranquillità e libertà di espressione necessarie per farlo ed era difficile anche fare musica.
Oggi si dichiara grato all’Italia, che consapevolmente ha scelto come meta. Nel nostro Paese, in cui ha studiato, lavorato e si è sposato, ha investito il suo tempo e i suoi sogni e lo considera ormai un po’ casa sua.
Come tutti coloro che lasciano la propria terra, anche lui sente la mancanza delle sue origini, ma per ora non pensa di farvi ritorno.
“Andare via è un trauma psicologico, anche quando lo si desidera molto (…) io ho sempre voluto viaggiare spostarmi ma so che sto perdendo gli amici, la famiglia, … anni di vita dei miei genitori lontani”. Quando si parte, “resetti tutto e ricominci dall’inizio passo dopo passo!”.
Auspicando maggiore serenità e pace per il suo paese, ci invita a non prestare troppa attenzione ai cliché e a visitare e conoscere l’Iran, in cui “si mangia benissimo e c’è una cultura poetica secolare!!”.