Tantissima ricchezza culturale traspare dal modo di esprimere i concetti in lingue diverse
“A 28 anni, ho deciso di intraprendere un viaggio di ricerca, ricerca in matematica, in Italia.”
Alexandre è nato a Curitiba, capitale dello stato di Paranà, nella parte meridionale del Brasile, ai confini di San Paolo.
È un matematico di professione, un analista…
Ma chi è un analista? “Io direi che sarebbe colui che studia le variazioni delle funzioni, cioè delle relazioni tra gli oggetti di due insiemi con un po’ di proprietà, e che studia le equazioni – cioè la scrittura di queste proprietà – che descrivono queste variazioni. Si capisce secondo voi? …è una domanda difficile!” – sorride.
Alexandre parla portoghese, inglese per lavoro, e ora anche l’italiano. Usando l’applicativo Tandem ed incontrando una ragazza siciliana interessata ad imparare il portoghese brasiliano, è riuscito a instaurare un “bellissimo scambio linguistico” online quando ancora era in Brasile: questo non solo perché gli piace la lingua, ma anche perché gli sembrava più cortese poter parlare con i futuri colleghi nella loro stessa lingua e non solo in inglese. Ci racconta: “trovo divertente che con il mio advisor e i colleghi lavoriamo in italiano, anche con la matematica, ovvero un linguaggio da tutti considerato universale”… ma tantissima ricchezza culturale traspare dal modo di esprimere i concetti in lingue diverse.
Alexandre ha conseguito in Brasile una laurea per insegnare matematica e poi un Master con con specializzazione sulle equazioni delle derivazioni parziali all’Università Tecnologica Federale di Paranà. Ha sempre sognato di fare l’insegnante di matematica nelle scuole, perché la matematica è stata da sempre la sua passione. “I miei amici e compagni di classe venivano sempre a chiedermi di spiegare loro le equazioni (…) ma la Matematica l’ho scoperta mentre stavo facendo il corso di laurea. Purtroppo, troppo spesso, quello che si insegna a scuola non è matematica: è come fosse qualcosa di meccanico, più simile a quello che fa una calcolatrice”. Invece, per definire cos’è la matematica, Alexandre usa l’esempio del teorema di Pitagora che tutti conoscono. La matematica non è la regola in sé, non è la famosa formula a2+b2=c2;ma la matematica è la dimostrazione del perché quel determinato risultato sia vero. Un altro esempio che piace usare ad Alexandre sono i numeri primi; 2, 3, 5, 7…. “Quanti numeri primi ci sono? Sono finiti oppure infiniti? (…) L’atto del pensare la matematica inizia quando cerchiamo di capire il perchè di ciò su cui ragioniamo, e non quando si trova la risposta esatta”.
Oggi però Alexandre non si occupa di insegnamento. Dopo aver conseguito il Dottorato in Matematica in Brasile, ha vinto un assegno di ricerca all’Università di Torino. E per raggiungere il nostro ateneo ha preso un volo proprio la notte di capodanno: pronto per un nuovo inizio!
Alexandre si trova molto bene in Italia, “ogni volta che esco di casa imparo una cosa nuova: cibi, posti, persone, come si tagliano i capelli in Italia,… e questo è molto carino”. Ciò che più lo affascina è proprio lo scambio culturale, soprattutto al fine di cambiare gli stereotipi. Stupisce i suoi amici italiani quando racconta che, nella sua città d’origine, d’inverno “il freddo arriva sotto zero”. Certo, prova un po’ di nostalgia per la sua famiglia e la sua piccola cagnolina; sente la mancanza di poter prendere un gustoso avocado dal suo albero di casa e di mangiarlo con un buon churrasco (grigliata alla brasiliana) e del farofa (cibo tipico brasiliano fatto a base di farina di manioca). “Però se tornassi in Brasile mi mancherebbe tantissimo la mozzarella di bufala e il gelato italiano. In più mi mancherebbe la sicurezza. In italia esco dall’università alle 19 con mio laptop nello zaino, in Brasile purtroppo non potrei”.
Ma, con gli occhi che brillano e il cuore che batte forte, definisce il suo Brasile come un popolo caloroso, molto felice e pluriculturale: “il Brasile è un popolo che prova a sorridere anche con i suoi problemi”.