Ogni viaggio è una scoperta ed anche un dare e avere

Nato in Senegal nel 1972, nella regione sud di Casamance, Souleymane è venuto in Italia nel 2004 con la compagna italiana all’epoca incinta del loro primo figlio. L’idea era di rimanere un paio di mesi con lei per poi tornare entrambi in Senegal, dove lavorava come funzionario del Ministero dell’Economia e della Finanza. Ma una volta diventato padre, la madre di Souleymane, malata, dal Senegal gli disse “So che vuoi tornare da me, ma sappi che quando diventi genitore perdi lo statuto di figlio”. Ed è lì che la sua vita prese “una nuova piega”.

Souleymane parla tante lingue: francese, inglese, italiano, arabo e parla altre lingue territoriali del Senegal (Wolof, Diola, Mandinka, Pular, Soninke, Bambara). Abita a Torino da 18 anni, con i suoi tre figli e la moglie.

Ha studiato all’Università di Dakar, Senegal, nel dipartimento di Scienze dell’Economia e del Management, poi è riuscito a entrare alla Scuola Superiore di Economia Applicata dove è diventato ingegnere in Pianificazione Economica e Consulente in Gestione delle Organizzazioni. Durante la tesi di laurea ha preso parte a un progetto finanziato dall’Unione Europea, tramite la ONG italiana CISV (Children’s International Summer Villages) che opera in Senegal. ONG da cui è stato poi assunto come consulente per alcuni progetti di finanziamento locale a Louga. Nell’ambito del suo lavoro per la CISV ha collaborato con alcuni docenti, ricercatori e borsisti dell’Università di Torino, tra cui la sua futura moglie.

“Non avevo mai pensato di venire a vivere in Europa, perché per me era già troppo spostarmi a Dakar (capitale del Senegal).” È rimasto in Italia per fare il padre. Dopo le prime difficoltà iniziali con la lingua e la ricerca di lavoro, e dopo una lunga riflessione, ha deciso di cambiare ambito professionale. Seguendo il suo interesse per l’informatica si è “trasformato da programmatore economico in programmatore informatico”. Ha conseguito un master in informatica e oggi lavora come Microsoft Analyst. Rimane, comunque, anche impegnato nell’ambito della cooperazione, facendo il volontario per alcuni enti di cooperazione allo sviluppo; opera come rappresentante della sua regione di Casamance nei progetti di ricerca per lo sviluppo.

“In Italia mi trovo molto bene, perché la mia percezione è che una persona preparata, dovunque vada può costruirsi un futuro e fare di quel luogo la propria casa. Ogni viaggio è una scoperta e anche un dare e avere. Di sicuro in Italia ho imparato delle cose che non avrei mai imparato in Senegal.”

Souleymane, di etnia “diola”, è diventato mediatore tra la cultura italiana e quella della diaspora diventando vicepresidente della filiale italiana dell’African Diaspora Development Institute.

Segue diversi progetti sia in Africa sia in Italia: “gli approcci alla ricerca sono molto diversi tra Senegal e Italia. In Senegal ero abituato alla ricerca applicata, individuare un problema e/o un’opportunità e sfruttare i risultati della ricerca per risolverlo o per cogliere l’opportunità. Invece in Italia penso che la ricerca che conosco sia più di base e meno applicata. Se dovessi cambiare qualcosa non sarebbe l’oggetto della ricerca in sé ma gli strumenti della ricerca”.

All’ingegner Coly manca la sua Casamance e vorrebbe approfondire il tema dell’impatto delle migrazioni in Africa ma, come ci dice, “mai dire mai” .