Quando si cresce insieme risulta difficile dire che siamo diversi

Shuyi Yang è nato nel 1991 in Cina, nella città di Wenzhou, ed è arrivato in Italia quando aveva 10 anni, per ricongiungersi alla sua famiglia. Attualmente vive a Torino, dove è cresciuto, ha studiato e lavora. Parla italiano, inglese e cinese “in quest’ordine, nel senso che la lingua che so meglio è l’italiano”. 

Quando è arrivato qui da bambino, l’impatto “è stato uno shock, però essere piccolo ti rende più adattabile al cambiamento”. Oggi ha una ragazza italiana e con i suoi genitori parla prevalentemente italiano, non cinese: “Spesso inizio una frase in cinese e la finisco in italiano, perché dentro la mia testa sono equivalenti”.

“Non ho scelto io l’Italia, i miei genitori mi hanno detto prendi l’aereo e vieni”. Oggi però non si trasferirebbe a vivere altrove, perché si sente “metà cinese e metà italiano”: cinese per i valori d’origine, italiano per lo stile di vita.

“Aver vissuto l’infanzia in un contesto differente e poi aver lavorato con persone e in ambienti diversi mi permette di avere sempre anche un altro punto di vista”.  “L’ambiente ci trasforma, ma noi possiamo agire su di esso, trasformandolo. Cerchiamo di cambiare ciò che ci circonda, e nel momento in cui lo facciamo cambiamo noi stessi; è uno scambio reciproco in cui ci si guadagna entrambi”.

In Italia Shuyi ha fatto il liceo scientifico e nel 2016 si è laureato in Probabilità e Statistica presso il Dipartimento di Matematica dell’Università di Torino. Contemporaneamente ha conseguito un master in Economics presso il Collegio Carlo Alberto. Attualmente sta svolgendo presso l’Università di Torino un dottorato in Modeling Data Science, argomento che lo appassiona e che descrive come “un mix di matematica, statistica, informatica. In pratica si cerca di estrarre valori dai dati per creare algoritmi di apprendimento automatico”.  Shuyi è stato anche assistente di ricerca alla Bocconi e oggi è Data Scientist presso Intesa Sanpaolo, dove lavora come esperto di intelligenza artificiale. 

Sono passati molti anni dall’ultima visita nel suo paese natale, e Shuyi ha in progetto di tornarci soprattutto per visitare i molti parenti che lo aspettano. 

La Cina è un paese grandissimo di cui conosco una piccolissima parte: i Cinesi vengono da una tradizione millenaria molto diversa da quella dell’occidente”.

Dalla fine della seconda guerra mondiale a oggi la Cina ha vissuto cambiamenti epocali: da un analfabetismo diffuso a un eccesso di laureati. Per i Cinesi l’educazione e la formazione sono valori di vita fondamentali. Nella cultura cinese i genitori sono pronti a rinunciare a moltissime cose purché i figli abbiano la giusta educazione: “Se chiedi a un genitore italiano cosa darebbe ai suoi figli, probabilmente ti direbbe “tutto l’amore del mondo”, se lo chiedi a una famiglia cinese, ti risponderebbe “la migliore educazione possibile””. Un modo di interpretare il mondo he secondo Shuyi differenzia molto gli Italiani dai Cinesi.

Per concludere, Shuyi ci tiene ad aggiungere che in Italia non ha mai vissuto episodi di discriminazione, né sociale, né sul lavoro, anche se non esclude che questo problema esista. “Sono convinto che gli italiani sono un popolo aperto, e che in futuro l’ integrazione migliorerà molto. Io sono cresciuto con i miei coetanei italiani, i miei figli cresceranno con i loro coetanei italiani e quando si cresce insieme risulta difficile dire che siamo diversi”.