Sono un migrante a tempo determinato, non interrompo le connessioni con il mio paese

Oleh ha 29 anni ed è nato a Volodymyr, città di medie dimensioni che si trova nella parte occidentale dell’Ucraina, vicino alla Polonia. Parla ucraino, inglese, polacco, un po’ l’italiano e il portoghese.

La prima volta che è arrivato in Italia, nello specifico a Roma, è stato nel 2016, nell’ambito di un Programma Erasmus che prevedeva soggiorni di studio semestrali in città diverse.

Dal 2019 Oleh è a Torino per la sua ricerca di Dottorato sui “Vetri antichi”, uno studio sulla lavorazione del vetro presso gli antichi Etruschi che svolge in collaborazione con il Dipartimento di Chimica dell’Ateneo. Trattandosi di un progetto di ricerca internazionale finanziato da fondi europei, che interessa soprattutto il Nord della Regione Lazio e la Toscana, frequenta musei e laboratori disseminati sul territorio italiano, trovandosi a viaggiare tra Roma, Reggio Emilia, Bari e altri luoghi.

In Ucraina Oleh ha studiato Storia presso l’Università di Odessa, città porto vicino al Mar Nero. Conseguita la laurea triennale, ha frequentato il corso di laurea magistrale interdisciplinare in Scienze dei Materiali Archeologici, acquisendo conoscenze in ambito chimico, fisico e biologico per studiare e “interrogare” i reperti antichi traendone il maggior numero di informazioni possibili. 

Durante i suoi studi si è interessato ai reperti delle tombe etrusche in vetro; per questo per approfondire le sue ricerche ha scelto l’Italia, che vanta un numero elevato di siti archeologici e musei, oltre che di esperti del settore dei beni culturali.

“L’Italia è un campo molto ricco per i miei studi!”.

“Il quesito scientifico su cui ci interroghiamo è se gli antichi artigiani producessero il vetro in loco o se arrivasse da altri paesi, come l’Egitto ad esempio, e loro lo trasformassero soltanto in oggetti”.

La prima difficoltà che Oleh ha affrontato in Italia è stata l’impossibilità di interagire con gli altri perché quasi due mesi dopo il suo arrivo è scoppiata la pandemia da Covid-19.

Ha, comunque, cercato di seguire corsi online per imparare l’italiano, per cui ha trovato utile aver studiato un po’ il latino in passato: “quando si impara una nuova lingua tutte quelle che si conoscono sono utili!”.

Si ritiene fortunato ed è contento di essere in Italia, che reputa un bel Paese e considera Torino una città molto accogliente con bei paesaggi e fantastiche montagne. 

Oleh cerca costantemente di sviluppare le sue ricerche anche in Ucraina, fra cui la tesi di una studentessa italiana. Per questo dice sorridendo:

non mi considero migrante, o meglio sono un migrante a tempo determinato: non interrompo le connessioni con il mio paese”. 

Non fa piani che vadano oltre la conclusione del suo dottorato, ma in ogni caso spera di tornare presto in Ucraina, anche per assaporare i suoi piatti preferiti come il Boršč (una zuppa a base di barbabietola e carne) e i Varenikes (ravioli).  All’inizio si è sentito devastato per la situazione del suo Paese; ora la comprende meglio ed ha organizzato anche raccolte fondi per i suoi connazionali.

In conclusione spera davvero che i suoi studi e il suo lavoro possano essere apprezzati dalla comunità scientifica e ritenuti il suo contributo culturale all’Italia.