Mi sembrava interessante studiare la storia di Antonia Pozzi perché sono sempre stata interessata ai problemi legati all’essere donna nella letteratura, all’espressione femminile, alla rappresentazione della donna, scrittrice

Stabilmente in Italia dalla fine del 2007, Magdalena ha 42 anni ed è originaria della Polonia, precisamente di Chelm (a 20 km dal confine con l’Ucraina), anche se è cresciuta in Slezia.

Parla polacco, italiano, francese, spagnolo, inglese e un po’ di russo. Ha imparato l’italiano grazie a un corso intensivo all’Università per stranieri in Calabria e a un libro per autodidatti stampato in Polonia negli anni ‘70 che conteneva delle letture sullo sviluppo industriale. Sono molto affezionata a quel libro anche se quando sono arrivata a Reggio Calabria ho realizzato che non aveva niente a che fare con la realtà di allora”.

La scelta dell’Italia è stata dettata da motivi di salute. Fin da piccola era affetta da una malattia reumatica per la cui cura le era stato raccomandato di trascorrere l’inverno in un clima caldo, cosa che fece andando a Reggio Calabria, da una cara amica della mamma. 

Questo viaggio ha influenzato le sue scelte sul futuro. Diplomata al conservatorio musicale, nel 2002 Magdalena si è iscritta all’Università di Cracovia per frequentare la “Facoltà d’italianistica”, cioè di filologia italiana, in cui si è laureata nel 2006. Dopo un anno di Erasmus a Bologna è stata traduttrice e interprete; per approfondire la sua conoscenza della lingua e cultura francese ha trascorso un semestre all’Università cattolica di Lione ed ha poi lavorato a Varsavia come assistente di ricerca. 

In Italia ha frequentato il dottorato all’Università per stranieri di Siena, concludendolo nel 2011 con una tesi dedicata ad Antonia Pozzi, poetessa milanese.

Sono sempre stata interessata ai problemi legati all’essere donna nella letteratura, all’espressione femminile”.

Arrivata a Torino tre anni e mezzo fa per il lavoro del marito, Magdalena lavora all’Università come assegnista di ricerca occupandosi di un progetto europeo dedicato alla narrazione dei modelli di santità (in particolare di Donne Sante come la Madonna, Maria Maddalena e la Vilgeforte) e alla letteratura nei social network della Chiesa, con l’obiettivo di studiare come questi modelli incidano nella vita della gente. 

“La carriera di una donna è sempre condizionata dalla maternità e questo incide molto sulla sua presenza nelle sfere dirigenziali”. Nel mondo della ricerca polacco la partecipazione femminile è aumentata nel Novecento, quando l’impegno di molti uomini nelle operazioni belliche e la considerazione del lavoro come poco retributivo lasciarono spazio alle donne, che raggiunsero così una grande emancipazione.

In Italia nell’ambito della ricerca la donna, ancora più se straniera, non è facilitata.

“Attualmente la situazione è molto migliorata (…) c’è una bella apertura, con tanti ricercatori che vengono da fuori. Questo rende più attraente l’Ateneo torinese”. 

L’integrazione di Magdalena è stata piuttosto agevole, forse a motivo della sua provenienza da uno Stato dell’area Chengen e soprattutto della conoscenza della lingua. 

Il suo principale contributo scientifico culturale al nostro Paese si può ravvisare nella decennale partecipazione al comitato di redazione della rivista accademica Quaderni del ‘900 (oggi in fascia A), di cui dal 2021 ha assunto, con il collega Eugenio Murrali, il coordinamento. Si tratta di un periodico di studi letterari che ha la missione di pubblicare i lavori di ricercatori giovani o comunque “non strutturati”.