Ho lasciato il Sudan per scappare dalla guerra, che ha distrutto fin troppe vite nel mio paese

Imtithal Gibriel, ha 53 anni e viene dal Sudan. È arrivata in Italia nel 2019 su invito dell’Università degli studi di Torino per partecipare a un progetto di ricerca in batteriologia. Laureata in microbiologia ha conseguito un dottorato in batteriologia nel 2014. In Sudan era professoressa associata presso l’Università sudanese per la Scienza e la Tecnologia.

Alla fine del progetto di ricerca, pur non sapendo la lingua italiana, ha deciso di rimanere a Torino nella speranza di poter dare un futuro migliore ai suoi 6 figli: “ho lasciato il Sudan per scappare dalla guerra, che ha distrutto fin troppe vite nel mio paese”

Nonostante la sua risolutezza, Imtithal ha dovuto affrontare molte difficoltà al fine di poter legittimamente risiedere in Italia. Per ottenere il riconoscimento della sua richiesta di asilo politico, ha aspettato a lungo, ha dovuto affrontare un iter burocratico molto macchinoso e si è trovata a dover soggiornare in ben due centri di accoglienza diversi. Una volta ottenuto lo status di rifugiata le è stato possibile ottenere il ricongiungimento familiare per i suoi quattro figli minori, ma l’alloggio che le era stato assegnato non teneva conto della numerosità della sua famiglia e si è trovata a vivere in cinque in poco più di una stanza per un lungo periodo.

Imtithal ci ha raccontato di essersi sovente sentita persa e spaventata per il futuro, ma che, nonostante ciò, è riconoscente dell’accoglienza dell’Italia: “non avrei scelto un paese diverso dell’Italia”. Spera solo che in futuro le procedure di accoglienza diventino più trasparenti e tengano maggior conto delle competenze e delle esperienze di ciascun rifugiato al fine di permettergli un più facile inserimento nella società e nel mondo del lavoro. In effetti Imtithal ha presentato diverse candidature come ricercatrice ma sono state bloccate a causa del non completo riconoscimento dei suoi titoli accademici. Al momento, dopo aver vinto una borsa presso il Centro Studi Africani del Piemonte, svolge diverse attività di ricerca sia per il Centro che per il Cespi. Le sue ricerche sono rivolte al mondo della microbiologia in generale ma si occupa anche di sondare il panorama scientifico culturale degli scrittori africani.

“In Italia ho ritrovato me stessa: mi sento viva e pronta ad affrontare le difficoltà della vita. Anzi, mi sento pronta ad aiutare la mia gente e contribuire per arricchire la scienza, offrendo la mia esperienza e il mio background a coloro che lo desiderano.”

La speranza di Imtithal è che la comunità scientifica non solo italiana, ma anche internazionale, sia disposta a dare una possibilità sia a lei che a “tante altre donne africane, competenti e valide, che stanno ‘sprecando tempo’ a salvarsi e non ne hanno per dedicarsi alla produzione intellettuale” .