25/11 – Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne

Avere un quadro esaustivo su quant3 siano le vittime di violenza di genere è oggi ancora praticamente impossibile. In Italia, circa una donna ogni tre giorni viene uccisa da un partner, un ex, o qualcuno a cui era legata per motivi familiari. Questi femminicidi, ovvero omicidi di donne perché donne, non sono casi isolati, ma il frutto della cultura maschilista e patriarcale nella quale viviamo.

La violenza di genere è un fenomeno strutturale della nostra società e funzionale al mantenimento delle disparità di potere tra l’uomo e la donna. Nel tempo, la violenza maschile, è stata normalizzata a tal punto da rendere “normale” ciò che non lo è, e stereotipi di genere ancora molto diffusi all’interno delle nostre società giustificano comportamenti controllanti e possessivi nei confronti della propria partner. Allo stesso tempo, alimentano aspettative che incastrano le donne nei ruoli di mogli e madri, dedite a lavori di cura o nei ruoli di seduttrici diventando così meri oggetti sessuali. Le donne sono state nel tempo educate a sopportare la violenza domestica in onore del matrimonio o per il ‘bene’ dei figli, quando questi dovrebbero essere immediatamente allontanati. Di frequente prevale la vergogna di esporsi, la paura porta al silenzio e spesso la dipendenza economica dal partner maschio porta a non avere scelta. La violenza di genere è un fenomeno complesso e specifico e comprende la violenza fisica, sessuale, psicologica, economica, lo stalking.

Secondo dati ISTAT, In Italia, il 31,5% delle donne è stata vittima di una qualche forma di violenza fisica o sessuale e il 21% ha subito violenza sessuale. Tuttavia, dobbiamo tenere conto che circa l’86% delle violenze non vengono mai denunciate spesso per lo stigma sociale che ciò comporta.

Oggi, 25 Novembre, è la giornata internazionale contro la violenza sulle donne, essenziale per sottolineare la sistematicità e diffusione della violenza di genere e per ricordare a tutt3 che la violenza è sempre una scelta di chi l’agisce, come ci ricordano i Centri Antiviolenza il cui lavoro sui nostri territori è di fondamentale importanza.

Questa giornata serve anche a sottolineare che la violenza di genere non ha nazionalità, paese o cultura. Secondo alcuni studi, le donne migranti hanno meno probabilità di segnalare casi di violenza per paura di perdere il proprio lavoro, lo status documentale o di residenza e per la paura di essere espulse. Per questi motivi sono ad alto rischio di violenza sessuale e domestica.

Secondo lo studio “Safe Women in Migration” della fondazione ISMU, le donne sono maggiormente esposte a violenze lungo il percorso migratorio e nella rotta Mediterranea circa il 90% delle donne intervistate è stata violentata in qualche momento del viaggio.

Altro fenomeno è lo sfruttamento sessuale delle donne migranti ingannate e trafficate in Italia da altre parti del mondo.

Come descritto dall’Osservatorio Interventi Tratta, questa è caratterizzata dalla costrizione della persona a fornire prestazioni sessuali a pagamento, dall’uso della violenza fisica o psicologica e di minacce nei confronti della persona stessa o dei suoi familiari, l’indebitamento della vittima nei confronti dei suoi sfruttatori per il viaggio e l’obbligo di cessione dei proventi dello sfruttamento alle reti criminali.

Se sei vittima di violenza, indipendentemente dalle tue origini, puoi chiedere aiuto al 1522, numero gratuito attivo 24 ore su 24 che offre un servizio multilingue di informazione sui centri Antiviolenza pubblici e privati più vicini a te. Se sei vittima di sfruttamento sessuale e/o lavorativo, chiama il numero verde 800 290290, disponibile 24 ore su 24.