A che punto siamo in termini di parità di genere nello sport?
L’amore di Mitra per lo sport ci fa pensare a tutti i benefici che questo può avere. Lo si può praticare per passione, per affrontare le difficoltà, realizzare i propri sogni, sentirsi a proprio agio con sé stess3. Lo sport aiuta a superare differenze culturali e politiche e ad essere un simbolo di qualcosa di più grande. I Giochi Olimpici di Rio 2016 hanno dato un messaggio di speranza a tutto il mondo con la creazione della prima squadra di Atlet3 Olimpic3 Rifugiat3 (AOR). A differenza delle altre squadre, quest3 non hanno un Paese da rappresentare, ma la comune esperienza di essere stat3 costrett3 a fuggire dalle loro case. Questo ha dato, e continua a dare, attenzione alla crisi mondiale odierna dei rifugiat3 ma non solo. Il Comitato Olimpico Internazionale finanzia programmi sportivi in campi e insediamenti permanenti e non solo e così, migliaia di persone ne possono beneficiare. Lo sport può essere un buon alleato nel processo di guarigione delle ferite e protezione delle cicatrici.
Ma a che punto siamo in termini di parità di genere nello sport?
È stato dimostrato che lo sport può favorire l’empowerment di donne e ragazze, contribuire alla loro autostima, a creare legami sociali e a sfidare norme di genere dannose. Tuttavia, ancora oggi la partecipazione delle donne nello sport è inferiore a quella degli uomini e ciò è dovuto anche a ragioni storiche. Un pensiero comune nell’Occidente del XIX secolo era che lo sport, in quanto attività maschile, potesse essere una minaccia per la femminilità. Solo nel XXI secolo la partecipazione delle donne si è fatta spazio sia sul campo che nei media, e un vero e proprio aumento della loro partecipazione risale agli anni ’70, anni in cui le ragazze hanno iniziato ad accedervi nelle scuole.
Ancora oggi gli sport femminili hanno meno copertura mediatica, finanziamenti, investimenti e pubblicità. Questo determina minori opportunità e non ci si aspetta che le donne possano fare dello sport il loro guadagno principale. Inoltre, una volta arrivate ad alti livelli, il salario è minore ma questo divario si è ridotto in modo significativo negli ultimi anni. Le donne hanno meno attenzione da parte dei media, giocano in orari meno appetibili e in strutture più piccole. Non sono rappresentate in tutti gli aspetti dello sport, soprattutto per quanto riguarda le figure di allenatrici e in ruoli di amministrazione.
Quando le atlete vengono finalmente rappresentate dai media, i loro corpi vengono sessualizzati e la rappresentazione della loro bellezza mette in secondo piano i loro risultati sportivi sminuendo l’impegno profuso nelle loro carriere. Quando le atlete hanno successo, devono regolarmente affrontare abusi e umiliazioni online, anche nei media tradizionali, e quando si esprimono a riguardo, le cose peggiorano.
La parità è ancora lontana dall’essere raggiunta anche per motivi culturali. Lo sport è ancora considerato una priorità esclusiva ai maschi e le donne tendono ad avere meno tempo libero a causa del loro ruolo di madri e casalinghe. Le ragazze hanno una maggiore insoddisfazione della loro immagine corporea rispetto ai ragazzi, soprattutto a causa dei criteri di bellezza occidentali, e ciò determina circoli viziosi nella decisione di iniziare o meno attività fisica. Alcune di loro si allontanano dallo sport perché considerato, ancora, un’attività maschile e, parallelamente, diversi studi hanno dimostrato che molestie sessuali e abusi da parte di allenatori e coetanei maschi sono tra le principali ragioni di abbandono della pratica sportiva.
A volte lo sport può cambiare la vita di chi lo pratica e di molt3 altr3. Può essere uno strumento di riscatto personale o essere utilizzato – nel momento giusto – per salvare la vita ad altre persone e diverse donne hanno partecipato a questi processi. Katherine Switzer, Nadia Comănec, Larisa Latynina, Serena Williams, Yusra Mardini, Simone Biles sono solo alcune atlete diventate modelli mondiali per le loro azioni, la loro dedizione, la loro passione e la fiducia nelle loro capacità e sogni.
Lo sport può essere uno strumento di cambiamento. Molte educatrici, allenatrici e atlete afroamericane, come Sloan Greene, sono state personalmente testimoni della storica sottorappresentazione ed emarginazione delle donne e delle ragazze e hanno deciso di attuare un cambiamento fondando organizzazioni come la “Black Women in Sport Foundation”. Ciò ha determinato un aumento del ruolo e della partecipazione delle donne afroamericane in tutti gli aspetti dello sport e della società, cercando di combattere stereotipi sia razziali che di genere. Donne come Jemele Hill e C. Vivian Stringer sono state catalizzatrici del cambiamento nello sport nelle loro comunità locali.
Nell’ultimo decennio le donne hanno fatto grandi passi avanti verso l’uguaglianza di genere nel mondo dello sport ma solo ai Giochi Olimpici e Paralimpici di Parigi 2024 è stata raggiunta – per la prima volta – la piena parità di genere. Questa tendenza continuerà, poiché ora sono le donne stesse a incoraggiare le loro figlie a praticare sport, ma le differenze tra Paesi sono notevoli. Per questa ragione ancora oggi è necessario far valere in tutto il mondo il diritto delle ragazze e delle donne a partecipare all’educazione fisica e allo sport a tutti i livelli e, parallelamente, proteggerle da violenze di tutti i tipi.
Lo sport è uno strumento per raggiungere l’uguaglianza di genere che tutt3 da tempo aspettiamo, ovunque.