In Italia mi sento cittadino del mondo, mi sento parte di qualcosa di più grande
Fabiano, nato nel 1976 a Belo Horizonte, nel sud est del Brasile, parla inglese, italiano, portoghese e tedesco. È arrivato in Italia nel 2016 e vive a Beinasco, con la moglie italiana conosciuta in Brasile: “suo padre lavorava in Brasile per la Fiat, e l’ho conosciuta là ventisei anni fa”. C’è un piccolo gemellaggio tra la sua città e Torino, per la presenza della FIAT: “abbiamo una scuola italiana, ci chiamano un po’ i piemontesi del Brasile”.
Ciò che lo ha spinto a venire in Italia, oltre al suo legame sentimentale, è stata la situazione difficile in cui culturalmente è caduto il Brasile dopo il governo di Lula e la salita al governo di Bolzonaro.
Fabiano nasce come musicista, ma oggi fa il graphic designer e si occupa di comunicazione visiva. “Ho a che fare con molti aspetti della comunicazione visiva: colori, forme, sono un disegnatore, faccio anche installazioni artistiche, performance visive”.
Laureatosi in Brasile presso l’Università Fumec, si è poi specializzato in sound design; “il sound design è una parte della comunicazione visiva, si studia come vengono creati i suoni nel cinema”. Dopo la laurea ha anche fondato una piccola società che si occupava di realtà aumentata e video mapping per lanciare prodotti su larga scala. Ha collaborato con architetti del calibro di Gringo Cardia, molto famoso in Brasile per le sue realizzazioni scenografiche del carnevale.
Arrivato in Italia ha trovato molte difficoltà a proporsi lavorativamente, ma grazie all’Associazione “A Pieno Titolo” è riuscito a farsi riconoscere i titoli esteri.
Inizialmente si è scontrato con “la formalità che sta dietro la lingua italiana: culturalmente mi sono trovato in situazioni strane; ero abituato a dare sempre del “tu”, o mi sedevo da qualche parte e mi dicevano che avrei dovuto chiedere cortesemente il permesso di sedermi…vengo dal mondo del teatro, del balletto, dove tutto è meno formale!” Ma grazie alla lettura e alla sua passione per le lingue straniere è riuscito ad arrivare a un buon livello di italiano.
Ha vissuto anche in Germania, dove ha seguito progetti culturali, ma Torino ora è la sua città “mi trovo bene: una buona sanità, una buona gestione delle infrastrutture, soprattutto per i disabili, che è un tema al quale sono molto sensibile. In Italia mi sento cittadino del mondo, mi sento parte di qualcosa di grande. Il mio essere brasiliano qui sento che è culturalmente una ricchezza, la mia presenza porta allegria…e poi qui c’è il treno!!” Gli aspetti negativi che riscontra sono soprattutto legati alle questioni burocratiche, per esempio nei centri per l’impiego.
“Il lato un po’ difficile è il rapporto tra l’immigrazione e la società italiana, che potrebbe migliorare”.
“Sarebbe interessante avere un incontro mensile tra migranti, avere un luogo in cui trovarsi, confrontarsi”. Fabiano sottolinea anche la mancanza in Italia di un vero dibattito e di una vera cultura transgender che in Brasile viene vissuta in maniera più libera e aperta.
Quello che gli manca più del Brasile è il forte senso di comunità: il mutuo soccorso, la condivisione, e “vivere la vita solo per il piacere di vivere, prendere la bicicletta, fare una passeggiata, avere la mente tranquilla, aiutare gli altri, in maniera rilassata, tralasciando la produttività”.
Fabiano resterà in Italia: “penso di avere una missione, far sorridere, portare allegria, il mondo è già troppo complesso!”.