“L’immaginario che le persone europee hanno del mondo non europeo è costruito su piccolissime referenze, che hanno uno scopo politico”

Secondo Diego, le esperienze più belle nella vita sono quelle che si vivono e condividono con altrƏ e per questo crede che sia Dante sia Don Chisciotte partano da soli nei loro viaggi rispettivamente attraverso l’inferno e la Mancia, per poi tornare sui loro passi e decidere di affrontarli in compagnia. Originario di Pereira, città colombiana e capitale dell’area di produzione del caffè del paese, ha da sempre avuto una grande passione per la letteratura e scrittura che ha approfondito attraverso il suo percorso di laurea triennale e magistrale in Lettere. 

“In Latino-America il background è diverso e si studia tantissimo. Secondo la mia impressione, fino al master il livello dell’educazione latino-americana è più alto”.

Tuttavia, è con il dottorato che vi è la possibilità di iper specializzarsi e in Colombia, la mancanza di finanziamenti in ambito universitario fa sì che non sia lo Stato a pagare il dottorato, ma che studentƏ debbano pagarlo da solƏ, e costa moltissimo. “La logica che c’è dietro è che con il dottorato, si ha accesso ad un privilegio” e ad un percorso di vita migliore, a cui però può ambire solo l’1.5% della popolazione. In più, gli scambi internazionali, che secondo Diego fortificano e alimentano il mondo della ricerca, non sono possibili perché a carico di studentƏ che, per pagare il dottorato stesso, devono al contempo lavorare. In Sud America, vi è un approccio diverso alla letteratura e, a differenza dell’Europa in cui vi è un’importante tradizione filologica sullo studio dei classici, “a noi interessa in particolare la modernità e il mondo contemporaneo”. In un seminario presso la sua università ha avuto modo di conoscere colei che oggi è la sua supervisor. Una ricercatrice italiana esperta di migrazioni da e verso il Sud America, che gli propose un periodo di ricerca in Italia poi posticipato di due anni per la pandemia. 

“Io lavoro da quando avevo otto anni, in Sud America è normale. Questa è la prima volta nella mia vita che ho la possibilità di studiare e basta”.

Da persona migrante adattarsi e integrarsi in un nuovo contesto non è sempre facile e a Milano, dove ha vissuto per qualche mese, non gli è sembrato semplice. Per fortuna però, vi era la possibilità di lavorare anche su Torino il cui ritmo più lento combacia con il suo. Ed è qui che ha avuto a che fare con la complessa e intricata burocrazia italiana.

“Il confine ha la capacità di aprirsi, e il sistema burocratico è parte della dispersione del confine”.

Un sistema che ti tiene in balia del tempo e ti impedisce di gestire la tua vita come vorresti, o di accedere alla sanità pubblica.  Diego ha deciso di affidarsi ad un’assicurazione privata e meno costosa consapevole del fatto che “non mi posso ammalare o andare dal dentista, non mi conviene”. Nel pensare alla sua esperienza migratoria però, riflette su quella altrui e si sente fortunato. L’accademia è uno spazio favorevole all’accoglienza e all’incontro, ed è più semplice creare comunità. In più, “io sono un privilegiato, posso semplicemente studiare”.

Attraverso il suo progetto di ricerca, si occupa di analizzare e comprendere la migrazione latino-americana in Europa dal 2000 ad oggi, e in particolare da Colombia, Venezuela e Perù. Per farlo, utilizza dei filtri particolari: romanzi e racconti che sono la rappresentazione dell’esperienza migratoria di autorƏ che, nel momento in cui viene raccontata, è legata allo spazio e alla realtà che si vive. Ha creato un corpus di autorƏ latino-americanƏ che scrivono da paesi europei quali Germania, Italia, Francia e Spagna. L’analisi dei personaggi dei romanzi, anch’esse persone migranti, e il focus sui flussi migratori più recenti, gli permette di comprendere la relazione tra la vita personale e professionale di quest’ultime, e la realtà che le circonda e ingloba. In particolare, è interessato ad analizzare come il mercato del lavoro neoliberale europeo sia strutturato in modo da sfruttare la forza lavoro migrante, persone che lavorano spesso senza tutele, non vedendo rispettati i propri diritti e senza alcun investimento per il loro benessere. Diego è anche interessato ad analizzare il modo in cui le persone migranti vivano l’esperienza migratoria su vari livelli – da quello personale a quello sociale e politico – la relazione intersoggettiva che si crea con le persone autoctone, come si viva in un’altra lingua e il rituale d’accoglienza da parte di persone della propria comunità presenti sul territorio da più tempo e che va a creare quell’atmosfera che favorisce l’esperienza migratoria stessa. E mentre lui la analizza tutto ciò da un punto di vista letterario, colleghƏ lo fanno a livello storico, politico e sociale. Ciò che adora particolarmente nel suo lavoro – anche per la sua esperienza professionale alle spalle – è la relazione orizzontale che si è venuta a creare con i tutor con cui fa lezione, e con la sua supervisor che ha un ruolo fondamentale per lui. Un aspetto che apprezza particolarmente, anche per una questione sociale e politica.

Diego anche se dottorando, viene spesso definito a partire da quella cultura popolare che inquadra le persone migranti in un immaginario molto limitato, e che viene mantenuta per conservare la posizione di vantaggio europea. E ciò si rispecchia anche nei campi della ricerca e della creatività. Infatti, presentare studi e analisi su temi europei è difficile per ricercatorƏ latino-americanƏ in quanto esiste una restrizione implicita sulla loro legittimità per cui, “il patrimonio europeo è esclusivo di ricercatorƏ europeƏ. Ma il contrario è possibile. E, se si vogliono avere maggiori possibilità di pubblicazione nel mercato editoriale europeo, allora conviene ricorrere alle risorse del realismo magico o a qualsiasi altro tipo di esotismo narrativo che riproduca e confermi l’idea che in Europa si ha del Latino America. 

“Quando si parla di realtà come realtà, senza fare riferimento all’esotismo che si ha in mente del Latino America, è diverso”.

Aspetti culturali e sociali diversi, inoltre, contribuiscono al difficile processo di adattamento. La musica in Colombia è ovunque. Il ballo, e in generale i rituali quotidiani del contatto fisico ed emotivo, permettono di creare un tipo di relazione diversa, meno distante. In Italia, invece, ci ha messo mesi a trovare i suoi luoghi e fare amicizia non è stato semplice. Tuttavia, ciò che gli piace molto è la capacità di vivere semplicemente. Al momento, sta provando a creare collaborazioni tra il suo progetto di ricerca e il corso di dottorato in Colombia, e si sentirà davvero felice nel momento in cui riuscirà a portare in Italia unƏ studentƏ che così, avrà modo di vedere il mondo da questa prospettiva. Secondo Diego, la dinamicità ed energia sociale tipica dei paesi latino-americani, è connessa anche alla loro relativa giovinezza data dall’aver riconquistato la propria indipendenza negli anni ’30 dell’800. Pereira, ha circa 210 anni, un tempo molto breve se confrontato a Torino, ad esempio, in cui crede che la bicicletta sia la cosa più democratica che ci sia. Ora, pedala anche lui attraverso la città e si vive il presente accompagnato da quelle importanti persone incontrate sul suo cammino.