Se tornassi in Russia, vorrei accrescere la sensibilità nel mio paese verso disabilità, gender gap, responsabilità cittadina e migrazioni, come imparato in Italia
Anna Khairullina viene da Bugulma, in Russia. Ha 32 anni e parla russo, italiano, inglese, portoghese e francese.
Nel 2011 è arrivata in Italia per “curiosità”, come turista e volontaria per vari progetti ecologici e sociali. “La cultura e il modo di vivere italiani” sono stati la leva. Oggi vive nel piccolo borgo di Vanchiglietta.
In Russia si è laureata in Economia, ma in Italia ha scelto di “ricominciare”, iscrivendosi al corso di Laurea Triennale in Lingue e Letterature Straniere e successivamente al corso di Laurea Magistrale in Comunicazione Internazionale per il turismo. In questo modo ha potuto seguire le proprie passioni: le lingue straniere. In Russia avevo ragionato più di testa, scegliendo un settore maggiormente adatto al mondo del lavoro, ma approfondendo gli studi ho capito che non era la mia strada. Oggi sono una guida interculturale con il progetto Migrantour Viaggi Solidali di Torino”. Anna accompagna turisti e residenti in passeggiate interculturali nei quartieri di Torino a connotazione etnica (San Salvario, Porta Palazzo ecc.) e aiuta le persone a conoscere le diverse culture da più punti di vista: culinari, religiosi, sociali.
Un sogno? Prendere parte a progetti di ricerca nell’ambito linguistico-antropologico!
Nel tempo le “curiosità” si sono trasformate in “incontro” con la realtà lavorativa, sociale, familiare italiana. Oggi, neo-sposa e neo-mamma, ha “più i piedi per terra”, è capace di guardare criticamente aspetti importanti della società, come la maternità, l’educazione scolastica, i servizi sanitari. “Ho preso coscienza delle difficoltà a livello sociale in maniera graduale. All’inizio cercavo di integrarmi il più velocemente possibile, di assorbire la cultura italiana; solo col tempo ho realizzato che in questo modo stavo perdendo la mia cultura nativa, la mia identità”. Ha avuto così inizio un “percorso di ricerca di equilibrio”, per niente scontato.
“Non è facile condividere la propria cultura d’origine: non ci sono molte occasioni e spesso si finisce per pensare che non sia importante”.
Ma il lavoro di Anna Khairullina è un modo per rivalutare la propria e tutte le altre culture.
E chiacchierando la mancanza della cultura russa si fa sentire: “ero abituata ad andare spesso a teatro, a mostre e serate poetiche. Non è che qui non ci siano, ma in Russia ci si può dimenticare di cenare per andare tutti insieme a un concerto! Mi mancano le lunghe chiacchiere con gli amici sui temi filosofici-esistenziali. Mi mancano i paesaggi russi… poter camminare nel bosco all’infinito senza vedere i confini e la libertà che si sente mentre lo si fa”. Ma soprattutto “mi manca la banja”: la tradizionale sauna russa, simbolo di salute, purezza mentale e fisica. Una delle tradizioni russe più importanti da secoli e il passatempo preferito degli amici di Anna.
“Se tornassi in Russia vorrei fare qualcosa per accrescere la coscienza e la sensibilità del mio paese verso tematiche come la disabilità, il rapporto equilibrato fra gli uomini e le donne, la responsabilità cittadina, le migrazioni, come imparato in Italia”.