Cos’è la Carta Blu Europea e chi può richiederla?
Come abbiamo appreso dalle storie pubblicate finora, ogni Paese ha una propria politica migratoria, di cui i visti e permessi di soggiorno ne sono il diretto risultato. Questi sono spesso l’effetto di decisioni politiche interne e accordi tra Paesi che determinano, da un lato, chi ha il diritto di entrare legalmente nei propri confini e, dall’altro, di aprire le porte quando vi è il bisogno sia di lavorator3 non qualificat3 che qualificat3. È comune per gli Stati europei, ad esempio, optare per la programmazione dei flussi di ingresso di lavorator3 extraeurope3 stagionali e non in caso di carenza di manodopera.
Oggi l’Unione Europea sta affrontando una sfida demografica. Nel 2022 l’Europa ha registrato il numero più basso di nascite degli ultimi decenni e l’invecchiamento della popolazione, ha determinato una carenza di professionist3 in settori chiave della società. La domanda di lavorator3 altamente qualificati aumenta e l’Europa ha recentemente rivitalizzato un particolare permesso di soggiorno in vigore però dal 2009: la Carta Blu Europea.
Come ci ha mostrato la storia di Alejandra, la “Carta Blu” è un permesso specifico per lavorator3 qualificat3 che è direttamente collegato all’assunzione da parte di un’azienda. È stata molto utilizzata in Germania, che al momento ha rilasciato la maggior parte di tutte le Carte Blu dell’UE, ma è valida in tutti gli Stati europei, ad eccezione di Danimarca e Irlanda. Ogni stato membro ha i propri criteri da seguire, ma in genere coloro che possono fare domanda sono student3 o lavorator3 altamente qualificat3 e specializzat3 come ricercator3, formator3 professionali, imprenditor3 con una laurea o una qualifica professionale. Quest’ultima possibilità è stata introdotto dalla Commissione Europea nel 2021 cercando di colmare il vuoto di personale tecnico specializzato nel mercato del lavoro europeo.
La Carta Blu è un canale di ingresso che consente l’assunzione dall’estero. Prima di fare domanda è indispensabile essere già in possesso di un contratto di lavoro e, in molti casi, è il datore di lavoro stesso che deve occuparsi dell’intera procedura indicando sia il contratto di lavoro proposto sia il salario annuale previsto che deve rispettare una soglia minima che varia da uno Stato all’altro. L’impiego deve essere correlato alla qualifica del richiedente e la persona deve essere in possesso di documenti di viaggio e di una copertura assicurativa sanitaria per l’intero periodo di soggiorno. Alcuni stati mantengono regole più rigide per quanto riguarda il rilascio della Carta Blu, ma una volta ottenuta, questa garantisce una permanenza che va da 1 a 4 anni con la possibilità di rinnovarne l’intero periodo. In effetti, questa carta attrae soprattutto lavorator3 in cerca di opportunità a lungo termine in Europa.
Perché, allora, non è stata così efficace come si sperava all’inizio?
Nella sua prima versione non ha avuto un grande successo, tra il 2013 e il 2020 ha rappresentato solo l’1,3% del totale dei permessi di lavoro e di soggiorno dell’UE. Era considerato un permesso più restrittivo dei permessi di lavoro nazionali già esistenti, la procedura di richiesta era molto complessa e i datori di lavoro, secondo i dati raccolti, non ne avevano pienamente compreso i vantaggi. Ma, soprattutto, la libera mobilità all’interno dell’area Schengen promessa non fu rispettata. Invece, le revisioni lanciate nel 2021 mirano ad attirare lavorator3. Questa nuova versione – parzialmente ispirata al modello della Green Card statunitense – si concentra sulla libera circolazione all’interno dell’area Schengen, su salari e condizioni di lavoro equivalenti a quelli locali e rappresenta un percorso quasi diretto verso la richiesta di residenza permanente nell’UE. In molti Stati, titolar3 di Carta Blu possono richiederla entro uno o due anni dal loro arrivo. Le modifiche hanno ridotto la durata minima del contratto e il minimo livello di retribuzione richiesto e coloro che risiedono nell’UE da tempo e sono ex titolar3 di Carta Blu, possono soggiornare fuori dall’Europa fino a due anni senza che ciò influisca sul loro status di residenza. Qualcosa di incredibile a confronto con tutti glin altri permessi di soggiorno esistenti.
Queste nuove regole facilitano i datori di lavoro, in grado di riempire un vuoto temporaneo o di assumere talenti da altri Stati membri. Inoltre, la semplificazione del processo di richiesta del visto ne accelera l’assunzione. D’altra parte, ci sono anche delle tutele per lavorator3, a cui devono essere garantite specifiche condizioni di durata dell’impiego e ottenere una dichiarazione di assunzione. La parte più difficile è trovare proprio trovare le offerte di lavoro o riceverle dall’estero.
Uno degli aspetti più particolari della Carta Blu è che, pur rispondendo alla carenza di lavorator3 europe3, ai datori di lavoro viene richiesto di condurre test sul mercato del lavoro prima di assumere un lavoratore straniero. Il principio alla base di questa regola suggerisce che dator3 di lavoro dovrebbero prima cercare lavorator3 nazionali, tra cittadin3 dell’UE e cittadin3 di Paesi terzi già residenti nel Paese, e solo dopo, possono richiedere lavorator3 dall’estero, come soluzione di ultima istanza. Il cosiddetto “test del mercato del lavoro” è ampiamente richiesto ed effettuato dagli stessi datori di lavoro o dai servizi pubblici per l’impiego. In Italia, ad esempio, il datore di lavoro deve verificare presso il Centro per l’Impiego competente sul territorio nazionale che non vi siano lavorator3 disponibili a ricoprire il posto di lavoro per il quale intende assumere il lavoratore all’estero. La presenza sul territorio di una persona che potrebbe occupare il posto vacante può quindi essere motivo di rifiuto della Carta Blu e, altra ragione, può essere il fatto che il Paese d’origine della persona richiedente manca di lavorator3 qualificat3 in quel settore specifico.
Una delle rinunce più grandi che una persona deve fare nel momento della migrazione è vivere lontano dalla famiglia. Per una persona migrante in Europa può essere molto difficile chiedere il ricongiungimento familiare, che potrebbe essere ottenuto dopo decenni. Al contrario, la Carta Blu rende tutto più semplice in quanto garantisce il diritto di portare con sé familiari che a loro volta devono richiedere un permesso di soggiorno che avrà la stessa durata della Carta Blu. Quest3 possono avere la possibilità di lavorare in Europa aprendo così, anche pe loro, una strada per le loro carriere.
La Carta Blu è sicuramente uno strumento che apre una nuova gamma di opportunità per chi ha investito nella propria formazione e carriera professionale e desidera o sogna di lavorare e vivere in Europa. Ma questo dimostra anche che, quando vi è la volontà politica di prendere delle decisioni e rendere più facile la vita di qualcun3, questo è possibile. Tuttavia, in ogni paese vi è un numero massimo di persone non europee che possono migrare in Europa attraverso la Carta Blu, e ciò ricorda che si tratta sì di un incentivo alla migrazione qualificata, ma che rimane legato alle esigenze e ai benefici politici ed economici europei.