Da dove arriva e a quali condizioni viene raccolto la maggior parte del cacao che mangiamo?
Il progetto di ricerca di Özgür sulla rilevazione e il monitoraggio dei tassi di deforestazione in Costa d’Avorio causati dalle piantagioni di cacao, può farci interrogare sulle condizioni in cui il cacao viene coltivato e raccolto, ed è quindi fondamentale partire da una considerazione essenziale. Come afferma Voice Network, la maggior parte del cioccolato del mondo viene consumato nei paesi del Nord America e dell’Europa, mentre tutto il cacao viene prodotto nel Sud Globale, soprattutto in paesi dell’Africa sub-sahariana e dell’America Latina. Oggi, la Costa d’Avorio e il Ghana producono da soli oltre il 60% della produzione globale di cacao, mentre l’Ecuador e il Perù sono in forte aumento. Altri Paesi produttori di cacao da non trascurare sono il Camerun, la Nigeria, il Brasile e l’Indonesia.
A livello globale la domanda di cioccolato è molto stabile e nell’ultimo decennio la produzione di cacao è aumentata del 20%. Questo continua a essere coltivato da piccol3 agricoltor3 che rappresentano il 90% della produzione globale e in Costa d’Avorio tutto l’aumento della produzione di cacao dipende dall’ampliamento delle aree coltivate. A questo punto sorge spontanea una domanda. I/Le coltivator3 di cacao ivorian3 traggono vantaggio dall’essere il più grande produttore di cacao al mondo?
La risposta è negativa. Secondo il 2022 Cocoa Barometer, una pubblicazione che raccoglie dati delle società civile dei paesi produttori di cacao e delle aziende produttrici di cacao e cioccolato, gravi problemi su cui sono state fatte molte campagne di sensibilizzazione da parte di associazioni per i diritti umani non sono ancora stati risolti e lavoro minorile, disuguaglianza di genere e deforestazione rimangono questioni chiave nel settore. Coltivator3 e le loro famiglie non riescono nemmeno a ricavarne un reddito di sussistenza* e la povertà rimane la causa di tutti i problemi del settore del cacao. Piccol3 coltivator3 di cacao denunciano la mancanza di infrastrutture come uno dei problemi principali, insieme alla mancanza di accesso ad acqua potabile, elettricità e assistenza sanitaria. La situazione economica e sociale determina un basso livello di istruzione delle famiglie assieme ad un’ulteriore problematica molto comune all’intero settore: il lavoro minorile. Inoltre, in Costa d’Avorio il grande raccolto di cacao cade spesso all’inizio dell’anno scolastico. Il cacao viene piantato, raccolto e lavorato a mano, con condizioni di lavoro pericolose, insalubri e precarie nelle piantagioni. I principali rischi per la salute sono problemi alla schiena causati dal trasporto di carichi pesanti, malattie respiratorie e della pelle causate dall’utilizzo di pesticidi – a cui anche bambin3 sono esposti – e rischi di lesioni dovute all’apertura dei frutti del cacao con i machete.
La disuguaglianza di genere determina ostacoli per le donne, il cui essenziale lavoro nelle piantagioni di cacao è spesso non retribuito. Sono escluse dall’accesso legale alla terra e ciò impedisce loro di diventare proprietarie anche di piccole aziende agricole e di entrare in cooperative. Le donne sono note per essere portatrici di cambiamento e la parità di genere sarebbe la soluzione più efficace per affrontare i problemi del settore.
Per quanto riguarda l’ambiente, un circolo vizioso è in atto e condizioni climatiche estreme stanno influenzando la produzione di cacao. Sia l’impatto del fenomeno climatico El Niño e le piogge eccessive che nel 2023 hanno colpito Costa d’Avorio e Ghana, hanno determinato l’insorgere di malattie delle piante che ne hanno danneggiato i baccelli di cacao. Storicamente coltivator3 tendono ad abbandonare vecchie terre per avviarne di nuove nelle foreste che però stanno scomparendo minacciando la biodiversità e alimentando il cambiamento climatico. Le piantagioni vengono impiantate anche in aree protette a causa della mancanza di alternative. Anni di redditi minimi hanno spinto molt3 coltivator3 di cacao dell’Africa occidentale a cessare le loro attività e la mancanza di giuste compensazioni per una produzione sostenibile di cacao ha portato al contrabbando di cacao nei paesi vicini e all’affitto di terreni a minatori illegali.
“Quando contadin3 devono scegliere tra sfamare le loro famiglie, mandarle a scuola o tagliare gli alberi… non hanno davvero scelta. Senza un vero reddito per coltivator3 di cacao, il cacao non sarà mai sostenibile” (2022 Barometro del Cacao).
Tuttavia, delle azioni sono state intraprese. Ad esempio, l’Ente per il Cacao del Ghana (Ghanian Cocoa Board – Cocobod) ha chiesto e ottenuto un prestito dalla Banca Mondiale per riabilitare le piantagioni invecchiate o colpite da malattie e alcuni produttori sono stati pagati maggiormente. Da decenni si chiede un aumento dei prezzi di produzione, ma le attività commerciali delle poche aziende che gestiscono il settore del cacao/cioccolato a livello mondiale non sono cambiate. Circa 4,5 milioni di tonnellate di semi di cacao passano solo attraverso sei enormi aziende e nessuna di esse paga prezzi più alti alla produzione, anche se accordi governativi sull’aumento dei prezzi di mercato sono in corso.
Non tutte le aziende hanno ancora adottato e implementato procedure che applicano i diritti umani e la piena tracciabilità del cacao lungo tutta la loro catena globale di produzione. Questa è composta da: la produzione dei semi di cacao e quindi dalla coltivazione, raccolta, fermentazione ed essiccazione, la commercializzazione dei semi solitamente controllata da autorità di frontiera, la loro lavorazione, la produzione e distribuzione del cioccolato e la vendita a consumator3 final3. Le catene collegano i piccoli agricoltori e commercianti con le multinazionali e la volatilità dei prezzi internazionali influisce direttamente sui loro ricavi. Solo una frazione infinitamente piccola dei miliardi di dollari generati dal mercato globale della lavorazione del cacao va ai 6 milioni di coltivator3 african3i e si stima che un aumento relativamente piccolo del prezzo pagato da consumator3 final3 sarebbe sufficiente ad aumentare significativamente i redditi di coltivator3. La tracciabilità del cacao è un altro grande problema che riguarda ancora la metà del cacao acquistato sul mercato, il che significa che qui arriva anche il cacao prodotto in aree deforestate illegalmente o attraverso il lavoro minorile.
Continuare a coltivare il cacao in queste condizioni è insostenibile. Oggi gli accordi internazionali esistono ma vi è il bisogno di un cambiamento di sistema che deve andare nella direzione dell’aumento del reddito di coltivator3, dei diritti umani e della tutela dell’ambiente. Sebbene si parli di interessi africani, latinoamericani e asiatici, questi non sono rappresentati dalle loro organizzazioni e governi e tutto il potere decisionale si trova nelle aziende del Nord globale. Le ingiustizie storiche e gli squilibri di potere avvantaggiano ancora una volta coloro che sono gli eredi più o meno diretti della colonizzazione europea, da cui deriva l’attuale struttura del commercio e il fatto che le economie dell’Africa occidentale sono ancora oggi basate su colture da reddito. Consumator3 dei paesi occidentali possono avere un ruolo in tutto questo scegliendo di acquistare, ad esempio, solo cioccolato proveniente da catene di produzione eque e trasparenti.
*Il reddito di sussistenza è il reddito netto annuo necessario a una famiglia per permettersi un tenore di vita dignitoso e questo indice comprende elementi come l’accesso a cibo, acqua, abitazione, istruzione, assistenza sanitaria, trasporti, abbigliamento e altri bisogni essenziali. In Africa occidentale, i coltivatori di cacao vivono al di sotto del loro reddito di sussistenza, stimato a circa 0,85 $ al giorno (2022 Cocoa Barometer).