Visto Schengen e requisiti d’ingresso
La storia di Diango fa riflettere sulle difficoltà per una persona cubana di viaggiare, ma in realtà gli ostacoli da lui incontrati accomunano molte persone a livello globale. Per una persona europea spostarsi è un qualcosa di relativamente semplice e accessibile. Ma prendere un volo last-minute è un qualcosa che la maggior parte della popolazione mondiale non può fare per questioni economico-sociali, ma soprattutto per questioni politiche.
La libera circolazione di cui le persone europee godono, e l’accessibilità che un passaporto europeo ha nel resto del mondo, sono condizioni inconsuete rispetto al resto della popolazione mondiale. Tuttavia, l’abolizione delle frontiere interne all’unione europea e la creazione dell’area Schengen è relativamente recente. In vigore dal 1995 e ora valida in 27 paesi, l’accordo non punta solo alla rimozione delle frontiere interne, ma anche alla creazione di una politica comune per le frontiere esterne che determina chi può entrare liberamente nell’UE e chi invece ha bisogno del visto Schengen. Rilasciato seguendo regole comuni da parte degli stati membri, il visto è un’espressione di sovranità nazionale che caratterizza tutti gli stati a livello mondiale ma entrare nell’UE è particolarmente difficile.
La concessione di questa autorizzazione individuale, spesso discriminatoria e discrezionale, ad entrare nel territorio di uno stato membro viene rilasciata prima del viaggio e arrivo della persona alla frontiera. Il rilascio del visto è uno strumento di politica estera e di sicurezza il cui rilascio può essere negato per finalità di natura economica, per strategie di controllo migratorio, sicurezza interna e ordine pubblico. Infatti, la quasi totalità dei paesi dalla quale è necessaria la richiesta di visto Schengen sono paesi a basso reddito oggi definiti come paesi del Sud Globale*.
Elementi chiave nell’accettazione della domanda sono la nazionalità e la condizione economica, sociale e educativa della persona che ne fa richiesta e ciò crea differenze anche tra cittadin3 di uno stesso stato. Inoltre, vi è un’ampia discrezionalità e una scarsa trasparenza nel processo decisionale sull’accettazione o negazione della domanda del visto, quest’ultime sono moltissime e spesso gli stati spostano la responsabilità di verifica della documentazione ad altri enti certificatori quali banche, dator3 di lavoro e altri istituti statali. Ma cos’è che viene richiesto nella domanda di visto Schengen?
Alla persona viene richiesto di presentare una dettagliata documentazione spesso non facilmente reperibile. Passaporto, assicurazione sanitaria di viaggio, documenti che attestino il motivo della richiesta di soggiorno, i mezzi di trasporto, prove della possibilità di potersi sostenere economicamente durante l’intero periodo del soggiorno, documentazione sull’alloggio e le sue condizioni, un documento che dimostri l’intenzione e la sostenibilità economica del ritorno nel proprio paese di origine e lo status socio professionale. Inoltre, per coloro che provengono da paesi con un’alta pressione migratoria si procede con un risk assessment sulla possibilità che il soggiorno della persona si prolunghi illegalmente sul territorio oltre la scadenza prevista dal visto. Ciò viene eseguito mediante l’analisi di precedenti esperienze della persona, i contatti di quest’ultima nel paese in cui ha fatto richiesta e informazioni sulla famiglia nel paese di origine. La persona richiedente, inoltre, deve pagare i diritti di visto e una volta qui, consentire al rilevamento delle proprie impronte digitali.
Tutte le problematiche in termini di tempi d’attesa e costi che queste richieste possono determinare accomunano molti degli scienziat3 migranti intervistati. Ottenere un visto per motivi di studio o ricerca richiede la presentazione della documentazione sopra descritta con l’aggiunta di documenti che attestino l’iscrizione a un corso di studi o un contratto lavorativo, spesso la traduzione dei titoli di studi ottenuti nel paese di origine, la copertura assicurativa per cure mediche, la disponibilità di una determinata somma per il rimpatrio e infine una dimostrazione attestante un importo preciso di reddito annuale. Quando accettato, il visto determina un soggiorno di lunga durata ma a tempo determinato. Questo viene poi convertito in permesso di soggiorno la cui richiesta di rinnovo dovrà essere fatta ogni qual volta vi sarà un contratto di lavoro in scadenza.
Il regime dei visti e le restrittive politiche d’ingresso determinano un chiaro sistema di ingiustizia economica, molt3 risultano non essere ammissibili e devono astenersi dal fare domanda. Facile dedurre come questi prerequisiti e i costi relativi al visto e al viaggio rendono la migrazione legale davvero difficile per milioni di persone. Conseguenza per cui, la migrazione irregolare, spesso rischiosa per la propria vita, rimane l’unica vera opzione per poter raggiungere l’Europa per molte persone in fuga da conflitti, condizioni di povertà e instabilità, disastri ambientali e molto altro.
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*”Sud Globale”, termine relativo che non indica una posizione geografica ma comprende paesi molto diversi tra loro, dalle economie emergenti come i BRICS, a paesi attualmente considerati “poveri” e caratterizzati da instabilità politiche, sociali, economiche o conflitti armati.