La persona migrante è spesso vista come bisognosa di aiuto o come persona che non ha conoscenze, quando invece ha tante cose da offrire e insegnare

Queste sono le parole di Rosina, nata a Torino, ma con un doppio cognome, una doppia cittadinanza e il cuore diviso tra l’Italia e il Perù.
Le sue origini vanno dalle Ande peruviane, e in particolare da Callejón de Huaylas città del dipartimento di Ancash, nella parte occidentale del Perù e paese di origine della madre, ai territori calabri, regione di origine del padre. Come molte delle persone con origini italo-peruviane, Rosina parla fluentemente l’italiano e lo spagnolo e non è soltanto legata alle sue origini, lei si sente peruviana. Qui, partecipa ad eventi culturali promossi da associazioni peruviane, in Perù, invece, riesce a recarsi spesso sia per motivi personali che professionali e lei stessa definisce il suo paese come “bellissimo, il frutto dell’incontro di culture diverse” e questo, è ciò che le piace maggiormente.
Forse è proprio l’importanza che Rosina dà alle persone, alle sue doppie origini e all’incontro tra culture che l’ha spinta nel lontano 2009 ad occuparsi di uno dei progetti della città di Torino più all’avanguardia nell’ottica non solo dell’integrazione, ma anche del protagonismo delle persone migranti sul territorio: il progetto Migrantour.
Nato a Torino dalla cooperativa Viaggi Solidali e in collaborazione con ONG quali ACRA e Oxfam Italia, Migrantour è un progetto di turismo responsabile che mira a valorizzare il contributo delle persone con background migratorio e a favorire l’incontro tra culture sul territorio torinese. Come? Trasformando queste persone in ideator3 e accompagnator3 di itinerari urbani attraverso i quartieri interculturali della città.
Ed è qui che il ruolo di Rosina diventa fondamentale coinvolgendo donne, uomini e ragazz3 con un background migratorio, o che hanno esperienze di migrazione in famiglia, spingendoli a lanciarsi nell’esperienza di accompagnatrici e accompagnatori interculturali. Questa diventa uno spazio di mutuo scambio e di incontro multiculturale, in cui si scoprono aspetti nuovi della città e allo stesso tempo si trova uno spazio per decidere – o meno – di raccontarsi, confrontarsi, dibattere ed esprimere le proprie idee o storie.

“Il mio/nostro contributo dal punto di vista sociale e culturale è quello di valorizzare il ruolo delle migrazioni come elemento di arricchimento del tessuto culturale, sociale ed anche economico del paese”

Le parole di Rosina, oggi coordinatrice del progetto, lasciano intravedere la sua tenacia e fiducia in un cambiamento possibile, e non troppo lontano, degli schemi mentali delle persone ancora permeati da pregiudizi e sfiducia. E quale luogo migliore per diffondere messaggi di uguaglianza, inclusione, comunità, solidarietà, dialogo se non le scuole? Rosina è orgogliosa di diffondere i messaggi di Migrantour nelle scuole del territorio e oggi sono molte le classi che intraprendono i diversi itinerari alla scoperta delle città. Per di più, essendo un progetto nato nell’ambito dell’antropologia, Rosina ci racconta come, nel 2018, sia stato premiato dalla “Società Italiana di Antropologia Applicata” (SIAA) come miglior progetto di antropologia sui temi delle migrazioni, del turismo responsabile, dell’accesso al patrimonio culturale e del cambiamento urbano. Attraverso il progetto riesce anche a promuovere la conoscenza della comunità peruviana e a mettere in primo piano temi quali la migrazione delle donne peruviane e le rivendicazioni afroperuviane e indigene di ieri e di oggi.
I benefici di Migrantour si sono diffusi oltre i confini torinesi. Oggi è parte di diversi progetti più grandi, promossi da ACRA e Viaggi Solidali, quali “Le nostre città invisibili. Incontri e nuove narrazioni del mondo in città” del 2018 finanziato da Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo (AICS), e “New Roots – Migrantour intercultural walks building bridges for newcomers active participation”, nato nel 2019 e co-finanziato dall’Unione Europea. Nel primo Migrantour viene utilizzato come strumento nella cornice del contrasto alle rappresentazioni scorrette e discriminanti delle migrazioni, mentre il secondo ha portato il progetto in 10 città di ben 4 paesi europei diversi con l’obiettivo di coinvolgere soprattutto persone neo-arrivate sui diversi territori. In più, su questi due progetti l’Università di Bologna ha portato avanti uno studio che ha dimostrato l’impatto positivo di Migrantour sulla comunità italiana, ma soprattutto sul gruppo di accompagnatrici e accompagnatori interculturali e ciò è visibile anche dalle loro testimonianze presenti sul sito del progetto.

“La mia più grande soddisfazione è vedere che le accompagnatrici e accompagnatori che guidano le passeggiate si sentano finalmente valorizzate/i”

Un’autostima che, per Rosina, nasce e cresce grazie alla condivisione del proprio sapere, alla possibilità di far conoscere il territorio attraverso nuove prospettive e mediante il dialogo interculturale. Tutto ciò accomuna la rete di accompagnatrici e accompagnatori interculturali oggi presenti in più di 20 città in Italia ed in Europa che, come Rosina, diffondono i messaggi di Migrantour nei loro territori.