Mi sento bene integrata in ciò in cui voglio essere integrata. Ho imparato, prima di arrivare qui, ad essere umana quindi gentile, educata al di là del colore della pelle e della cultura d’origine
Justine ha 31 anni ed è arrivata in Italia dal Kenya nel settembre 2019 a 28 anni, per seguire un corso di laurea magistrale in Cooperazione Internazionale presso l’Ateneo di Torino, dove si è laureata a maggio 2022.
Appena arrivata in Italia in quanto madrelingua inglese ha insegnato inglese attraverso la piattaforma web “Le Tue Lezioni” attività che le permette, tutt’oggi, di mantenersi economicamente. Oltre all’inglese parla anche Swahili (entrambe lingue ufficiali del Kenya), luhya, la lingua parlata sulle rive del lago Vittoria (lingua che si parla anche in Uganda, Tanzania e in parte del Sudan) e l’italiano.
In Kenya, dopo la laurea in economia statistica Justine ha lavorato per aziende, banche, ONG…ma si è anche improvvisata in altri mestieri (che non avevano niente a che fare con il suo diploma), senza arrendersi mai: “il mio punto di forza è che sono instancabile, una combattente”. È proprio attraverso uno di questi lavori (l’insegnate di fitness) che ha preso parte ad una gara di Duathlon (corsa e ciclismo) che l’ha portata in Spagna per due settimane. Lì ha capito che nel suo paese non aveva più opportunità e che avrebbe dovuto cercare la sua realizzazione professionale e personale all’estero. Perché proprio l’Italia? “Torino mi ha scelto”: Justine, infatti, tornata dalla Spagna aveva fatto domanda in diverse università europee ed è stata accettata a UniTo.
La sua tesi si basa sulla sua esperienza lavorativa presso un ONG: Justine, infatti, studia la riuscita dei progetti ONG sviluppati da due aziende ENI luce e gas e Tullow Oil Plc presenti in Kenya e Uganda. Spera di poter ottenere supporto dall’Ateneo per potersi recare sul territorio così da poter aiutare le aziende a valorizzare e indirizzare al meglio i finanziamenti.
Dopo ormai tre anni in Italia, Justine si ferma ancora a “fare mente locale” e ricordarsi della fortuna che ha di vivere in Italia: “qui ho le montagne, il mare e andando sempre in bici, ammiro il paesaggio e poi si mangia bene, adoro la verdura italiana!!”.
Certo non sono mancate le esperienze negative, come la difficoltà ad aprire un conto bancario come studentessa, o alcuni sguardi che non la fanno sentire la benvenuta in alcuni luoghi. In generale “mi sento bene integrata in ciò in cui voglio essere integrata. Ho 31 anni e sono arrivata in Italia già con il mio bagaglio di esperienze che mi avevano formato; quindi, mi sono integrata ma mantenendo ciò che sono ed ho imparato, prima di arrivare qui, ad essere umana quindi gentile, educata al di là del colore della pelle e della cultura d’origine”.
Del suo paese le mancano la famiglia, gli amici: “ci sono i Masai che sono bellissimi, e la gente che è brava, pazza, intelligente e sempre di buon umore” e Nairobi, la usa città, con le sue colline e l’atmosfera da “Enjoy Life”.
Alla domanda se tornerebbe in Kenya però ci risponde che l’unica cosa che la farebbe tornare è la certezza di poter avere lì almeno un livello di qualità di vita pari a quello che ha conquistato in Italia.
“Nella vita bisogna sempre migliorarsi e sono aperta al cambiamento!”
É contenta dell’Italia, delle amicizie che è riuscita a creare e coltivare, e spera che con il suo lavoro possa accrescere culturalmente il popolo che la ospita: “anche soltanto cucinando e dicendo – In Kenya facciamo così – spero di dare un punto di vista diverso che possa essere un contributo di crescita per l’altro!”
Come immigrata in Italia, Justine è dell’opinione che bisogna prendersi cura del posto dove siamo ospiti.