In Italia mi trovo benissimo, mi sento proprio a casa

Originaria di Alessandria d’Egitto, Marwa ha 31 anni ed è una biotecnologa e biologa molecolare. E’ arrivata per la prima volta in Italia nel 2014, per partecipare a un master  internazionale euro-mediterraneo di neuroscienze e biotecnologia che coinvolgeva gli Atenei di Egitto, Marocco e Libano e tre Atenei europei, Torino, Valencia e Bordeaux. 

Rientrata in Egitto alla fine del progetto, Marwa è tornata in Italia l’anno successivo con una borsa di studio del World Wide Project. Nel 2016 ottiene una borsa di dottorato all’Università di Torino presso il Dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche. 

Marwa parla sei lingue (arabo, inglese, francese, italiano, spagnolo e un po’ di turco).

Ha girato l’Europa, dove ha vissuto un anno in Spagna e un anno in Germania, un’esperienza che, però, non ripeterebbe. Ha iniziato a imparare l’italiano in Egitto, appena ricevuta la lettera di accettazione nel programma del master. Si è poi rapidamente integrata in Italia dal punto di vista sia sociale che lavorativo e questo le ha permesso di migliorare il suo livello d’Italiano.

La sua idea iniziale era di tornare in Egitto una volta terminato il master. Pensava infatti di trovare più facilmente lavoro nel suo paese d’origine, ma è rimasta delusa quando ha capito che la ricerca non era valorizzata allo stesso livello che in Italia. Ha deciso dunque che il suo futuro nella ricerca sarebbe stato in Italia,  che oggi considera ormai la sua casa.

Nel 2021 Marwa consegue il dottorato di ricerca sulla “Rigenerazione del nervo periferico”, e dal dicembre 2022 è una ricercatrice post-doc dell’Università di Torino presso l’Ospedale San Luigi di Orbassano. “Mi piace un sacco quello che faccio ed è un ambiente molto amichevole, e anche la responsabile del mio progetto di ricerca è molto disponibile. In Italia mi trovo benissimo, mi sento proprio a casa”.

Marwa  si trova così bene in Italia che non pensa di ritornare in Egitto, anche se le mancano la sua famiglia e le specialità cucinate dalla mamma.

Amo il mio paese ma sono triste al pensiero che non siamo più la grande civiltà di un tempo”.

E aggiunge che, dal punto di vista culturale, purtroppo in Egitto, come donna, ha meno libertà rispetto agli uomini.