“Il Paese in cui cresci è diverso da qualsiasi altra parte del mondo”

Mohammed, meglio conosciuto come Adel da amicƏ e colleghƏ italianƏ, è originario di Sabsevar, una città nel nord-est dell’Iran, e il posto in cui è nata la sua passione per la fisica. Ha studiato Elettronica e Ingegneria Nucleare, per poi iniziare un dottorato di ricerca in Fisica Nucleare in co-tutela con l’Università Hakim Sabzevar e l’Università di Torino, in Italia. Qui ha avuto l’opportunità di svolgere un intenso lavoro di laboratorio nel campo dell’adroterapia. 

“In Iran, l’università si concentra più sull’apprendimento che sulla ricerca. In Italia, invece, un aspetto significativo degli studi universitari è l’applicazione pratica”.

Aver conseguito il titolo di dottorato sia in Iran che in Italia è stata una grande soddisfazione personale per Adel, eppure tornato nel suo Paese d’origine scopre che l’università iraniana non ha mai accettato il titolo italiano. Una decisione che lo ha colto impreparato e alla quale non gli è stata data una giustificazione professionale adeguata ed esaustiva. Ha continuato a lavorare in ambito accademico sia come professore universitario, che come ricercatore senza vedere riconosciute né la sua esperienza, né le sue competenze tecniche. Ciò ha determinato importanti conseguenze economiche e dopo anni di disaccordi, ha deciso di portare il suo caso in tribunale. Finora, la sua denuncia non è stata presa in considerazione e l’università ha tentato di espellerlo violando i suoi diritti. Era giunto il momento di andare all’estero, una decisione che ha preso sia per sé stesso che per garantire un futuro migliore alla sua famiglia.

Nel 2022 Adel, sua moglie e i loro due figli sono arrivati in Italia dove il suo dottorato italiano era ancora valido e riconosciuto. Ha trovato lavoro a Torino come ricercatore presso l’Istituto di Fisica Medica, e attualmente lavora sia per l’INFN (Istituto Nazionale di Fisica Nucleare) sia per l’Università. In qualità di ricercatore, ha ottenuto con facilità il visto, mentre a Torino ha dovuto affrontare due problematiche: la precarietà del mondo accademico e la burocrazia italiana. Il processo di rinnovo del permesso di soggiorno è complicato, la questura è molto affollata e ogni volta ha dovuto aspettare circa sette mesi per ottenere un appuntamento per riavviare la procedura e rilevare nuovamente le sue impronte digitali. A rendere tutto più difficile ci sono anche le condizioni di vita precarie di ricercatorƏ stranierƏ. Uno stato di incertezza che si ripercuote anche sul resto della sua famiglia, dato che dal permesso di soggiorno di Adel dipendono quelli di sua moglie, dei suoi figli e la loro copertura sanitaria.

“Nel personale di ricerca e accademico, ci sono poche condizioni e opportunità per le persone straniere di avere un lavoro permanente”.

Adel oggi è un ricercatore specializzato negli aspetti elettronici della fisica medica, campo di ricerca in cui la fisica viene applicata per sviluppare strumenti medici più efficienti. Lavora nel campo dell’adroterapia, una tecnica innovativa e più precisa per il trattamento del cancro che utilizza particelle di adroni. Tuttavia, attraverso i dati raccolti presso il CNAO (Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica) di Pavia, lavorano anche sull’utilizzo dei fasci di protoni. Inoltre, si occupa anche di sensori, della programmazione e progettazione di circuiti elettronici, nonché della fabbricazione e produzione degli strumenti utilizzati per i trattamenti.

“Una delle parti migliori del mio lavoro sono le persone con cui lavoro e le condizioni del nostro istituto”.

Lavorando in gruppo ha potuto constatare quanto ciò sia utile per la ricerca e la costruzione della propria esperienza, a differenza dell’Iran dove “ognunƏ lavora da solƏ e non c’è un obiettivo comune da raggiungere”.

Secondo Adel, fino a cinquant’anni fa la cultura iraniana poteva essere paragonata a quella europea, oggi non più. A causa della situazione economica e lavorativa, tuttƏ quellƏ che possono, se ne vanno. Secondo lui, per una persona europea la differenza esistente tra donne e uomini nel suo paese è incomprensibile. Lì, le donne hanno diritto alla metà dell’eredità degli uomini e la loro testimonianza in tribunale ha la metà del valore. Per legge, le ragazze non possono guidare biciclette, motociclette o autobus. Indossare l’hijab è obbligatorio, non indossarlo è punibile. Se si esce fuori con un uomo, si devono avere con sé i propri documenti, e l’applicazione della violenza per il rispetto della legge religiosa è molto diffusa nella società.  

Durante i primi mesi in Italia, sia Adel che sua moglie erano preoccupatƏ per i loro figli, ma si sono sempre sentitƏ accoltƏ e sono gratƏ a tuttƏ coloro che li hanno aiutati sia con la lingua, che con le materie scolastiche. Dopo i primi sei difficili mesi, “ora parlano italiano molto meglio di noi, hanno trovato amicƏ e sono soddisfatti della scuola”. Sua moglie invece, non ha ancora trovato la sua rete di contatti ad eccezione di altre famiglie iraniane. Le manca molto la sua famiglia ma, anche lei, preferisce vivere in Europa.

Al momento hanno intenzione di rimanere in Italia. Tuttavia, Adel, è preoccupato per il futuro dei suoi figli dato che ci vogliono almeno undici anni per ottenere il passaporto italiano. Una legge che, purtroppo, non è stata modificata dal recente referendum. In qualità di ricercatore, lo preoccupano le restrizioni che comportano costi finanziari e di tempo, e che gli impediscono di concentrarsi sui suoi obiettivi scientifici. Come dover riottenere la patente di guida dopo averla posseduta per trent’anni senza aver mai causato alcun danno.

In Iran ci potranno tornare fino a quando i loro figli avranno 17 anni dopodiché, dovrebbero iniziare il servizio militare obbligatorio e potrebbero non poter più lasciare il Paese. Ad Adel mancano molte cose dell’Iran, come il cibo che è diverso da qualsiasi altra parte del mondo. Se avesse la possibilità di tornarci a lavorare vedendo riconosciute le sue competenze, porterebbe con sé tutto ciò che sta imparando qui. Dagli aspetti professionali alla cultura, l’umanità e la fiducia.

“Il Paese in cui cresci è diverso da qualsiasi altra parte del mondo”.